Romani

Fra le popolazioni degli aborigeni vicini al Lazio, si contano Carsoli …
(Antinori, memorie storiche)

Plinio pone Aequicolorum Carseolam.

Gli Equi di Carsoli vennero ascritti nella tribù Aniense.

*Cluverio annovera come città degli equicoli Carseoli, S.Angelo, Pirete, Celle, Podio Sinulfo, Colle di Guardia, Pietrafitta, Oufo, Rocca di Botte, Villa Romana, Villa Sabinese, Verete, Tagliacozzo.
(Giustiniani, pp X, vol I)
Gli Equi erano divisi in regione equicolana ed equa.
Gli equi erano stanziati dal mandamento di Carsoli fino vicino Frascati.
Gli Equi scomparvero nel 302 a.C.
Volsci ed Equi si spinsero nel 408 dalle loro regioni fino al Fucino.

Nel 369 i Galli arrivarono a Carsoli.
 

Carseoli nel periodo di massimo splendore doveva contare non meno di 50.000 abitanti.
(Lanciotti, I padri della civiltà p.107)
La famiglia dei Meuti è di origine romana importata con l’invio delle colonia in Carseoli e dintorni.
(Laurenti, Oricola …)
Rimangono nei paeselli finitimi i nomi di illustri genti romane nei cognomi antichissimi … Meuti …
(Degli Abbati)

Così cominciò lo spopolamento delle colonie o tribù romane, per tale sistema sorsero nella colonia …. di Carseoli … i Meuti e i Ventidi o Venditti, tutte famiglie romane sorte a potenza durante il periodo della repubblica romana.
(Lanciotti i padri della civiltà)

I monaci antoniani e basiliani ed altri ivi vi erano i loro cenobi (S. Elia a Riofreddo, S. Atanasio a Monte Sabinese, S. Erasmo ad Oricola e S. Nicolò e S. Giorgio a Pereto).
(Degli abbati, )

I loro monasteri (dei Basiliani, che preferirono stabilirsi nei luoghi consacrati dalla memoria dei santi e dei martiri, e nei centri del paganesimo) si riconoscono dal titolo omonimo dei santi orientali … S. Nicola e S. Giorgio a Pereto …
(Lanciotti i padri della civiltà, pag 156)

 

Nel 449 secondo Livio 41 furono le città equicole divorate dal fuoco e distrutte dai romani.
Gli equi scomparvero nel 452.
(Luigini, )

 
Gli equi furono distrutti nel 448 ab urbe condita.
(Brogi, La marsica, pag 38)
Nel 452 i Marsi occuparono il carseolano: cosa che non sarebbe stata possibile se prima non avessero rese impotenti le colonie di Albe e Carseoli. Veloce il dittatore, accorse ad arrestarli: presentò battaglia a loro, li sconfisse, li inseguì nei luoghi forti di Fresilia, Milonia e Plistinia, che espugnò e distruse.
(Brogi, La marsica, pag 39)

 
Annibale fece due escursioni nel territorio dei Marsi: la prima nel 537, dopo la battaglia del Trasimeno, la seconda nel 541 dopo la battaglia di Canne.
(Brogi, La marsica, pag 40)

 

Durante la spedizione di Belisario, mandate da Giustiniano, la Marsica fu tenuta in soggezione dalle milizie gotiche che stavano a difesa di ALBE.
(Brogi, La marsica, pag 89)

 
Belisario, abilmente accoppiando alla difesa l’offesa, collocò a Tivoli, nei pressi della Marsica e altrove soldatesche che scorazzando intercettavano foraggi e vettovaglie ai Goti, i quali, ridotti a mal partito, furono costretti a chiedere una tregua che fu pattuita per tre mesi. I goti sgombrarono Albe e altre piazze, e i greci immediatamente occuparono
Albe.
(Brogi, La marsica, pag 90)

 
Totila passò nella Marsica nel 543, nel 544, nel 547 e nel 548.
(Brogi, La marsica, pag 92)

 
Nel 554 Narsete, succeduto a Belisario, percorse la Marsica.
(Brogi, La marsica, pag 93)
Anni prima della battaglia del Vesuvio, passarono Alemanni e Francesi.
(Brogi, La marsica, pag 93)
Annessione del Cicolano al ducato di Spoleto tra il 591 e 603
(Luigini, )

Il ducato di Spoleto, attesta il Fatteschi (parte I § 8 pag. 11) al principio fu di confini ristretti, ma la finire del sesto secolo divenne estesissimo: comprendeva l’Umbria, il Piceno, la Sabina, gli equi, i marsi, i Peligni, i Vestini. Era diviso in gastaldie e queste in altri feudi minori tutti dipendenti dal duca. La Marsica formò gastaldia, e fu una delle più importanti; dal principio la provincia valeria, ossia i territori reatino, furconese, amiternino, valvense, carseolano, marsicano e la valle del Liri, formò un solo feudo che fu detto la grande gastaldia de Marsi. In appresso andò frazionata in più gastaldie, e la regione marsicana, con feudo minore, ebbe anche allora il nome di gastaldia de’ Marsi.
(Brogi, La marsica, pag 98)

 
Ducato di Spoleto nel finire del VI secolo, nel 962 la marsica era fuori ducato .
(Brogi, La marsica, pag )
Durante il dominio longobardo la Marsica fece parte del ducato di Spoleto e formò gastaldia.
(Brogi, La marsica, pag 96)
Franchi nel 554 nella Marsica.
(Antinori, annali, )
Aginulfo edificò Poggio Cinolfo per assedire Carseoli.
(Laurenti, oricola e contrada, )
Nel 739 i Marsi erano assoggettati al ducato di Spoleto.
(Antinori, annali, )
Nel 750 si fondano molti monasteri e vi si aggiungono ospedali per il servigio dei pellegrini.
(Antinori, annali, )
Carlo Magno donò il gastaldato dei Marsi insieme al ducato di Spoleto e con altre terre allo stato della chiesa.
(Brogi, La marsica, pag 96)
Prime notizie di Avezzano nel 854 che nacque come unione di abitanti di villaggi e casali innondati dal Fucino, o distrutti dai barbari dando origine alle contrade di … parato o pereto…
(Brogi, La marsica, pag 270)

 

 Nel 865 Gerardo dei Marsi univa le forze con il duca di Spoleto per eliminare i Saraceni.
(Antinori, annali, )
Molti saraceni morirono tra Tagliacozzo e Carsoli
(Corsignani, )
Nel 881 i saraceni nei Marsi. Cominciano a sorgere i primi luoghi fortificati.
(Antinori, annali, )

 

Nel 962 la marsica non faceva più parte del ducato di Spoleto ed era passata in potere dei Berardi, gran conti, dando origine dal gastaldato de’ Marsi alla contea dei Marsi .
(Brogi, La marsica, pag 102)
Nel 996 S. Romualdo, in memoria del passaggio di S. Pietro romita, in territorio di S. Silvestro edificò un monastero con numerose cellette per i suoi camaldolesi, dedicato a S. Pietro in Rado. Le attuali fondamenta si conservano ancora visibili all’inizio della strada mulattiera che porta ad Oricola. La chiesa fu costruita su un tempio pagano. Dopo tale data si trasferì a Celle per costruirvi il convento con l’annessa chiesa di S. Maria in Cellis. Dopo di ciò tornò a dimorare in Pereto …
(Corsignani, Reggia Marsicana, pag 203)

Di S. Maria in Cellis ne parla il cardinale Ostiese dicendo che poi fu distrutta dai saraceni monsignor Lipomani, vescovo di Bergamo: Romualdus autem a Tyburus oppido, ad monasterium S. Benedicti devenit: ibi verò graviter infirmatus est, sed citò ex divina misericordia conval~it cum his igitur omnibus superius nominatis, Romualdus ad Piretum ubi dudum habitaverat, rediit ibique his, § aliis multus fratibus aggregatis e per cellas singulas constitutis tanto fervore.
(Corsignani, Reggia Marsicana, pag 212)

 

Gli ungari (Gattula) distrussero S. Maria in Cellis a dintorni di Carseoli (996).
(Laurenti, oricola e contrada, )

 

in campo catino ecclesia S. Salvatore, S. Maria [forse bisognosi] e S. Maro [Santo mauro]
Cronicon Farfense?? II, p.151, anno 1066-1067